Vedere Livorno (e poi morire)

Autore: 
Lingua: 
italiano
livornese
Originale: 
Carcassonne
La finocchiona all’osteria mangiava come companatico e si doleva, poverino un contadino di Laiatico “Ho settant’anni e sono stato solamente qui dintorno dopo una vita di lavoro non ho mai visto Livorno Ir mi’ figliolo è stato a Pisa per volare in der Ruanda e la mi’moglie è ita a Siena a visitare Fontebranda Ir mi fratello da Volterra Gli è disceso a Poggibonsi e io ‘un ho visto altro ‘e terra polli ciùi maiali e manzi Vedè Livorno e poi morire è ‘l desiderio che m’accora vorrei vedere i fossi e ‘r mare anche sortanto per un ‘ora Dice che l’acqua gli entra dentro c’è le barche fino in casa c’è un munimento ai quattro mori che si vede 4 nasi Poi la Madonna a Montinero veglia sopra e’ naviganti e che li portino o no ‘r cero dice n’ha sarvati tanti vendano pesce polpi e ricci sui cantoni per la via le livornesi parlan forte le trovi anco all’osteria” Io che son mite e mi commuovo a sentì piangere un gattino penso di fa’ ‘na ‘osa bona a fa’ contento ‘r contadino gli fo: “Venite, vi ci porto sto di ‘asa propio al porto” lo monto in macchina e si parte ma sentite un po ‘ che parte Per l’emozione stava male questo vecchio ‘ontadino e se a Fauglia rantolava, arrivati ar Cisternino vide du’ bionde mezze gnude che giravano lì ‘ntorno morì d’un colpo, poveraccio e non ha mai visto Livorno!
Informazioni: 

Traduzione-rielaborazione in vernacolo livornese di Pardo Fornaciari
dal CD “Porci, poveracci e vecchi malvissuti”.

Disclaimer: 

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